Odori incredibili, sapori perduti e immagini che non si vedono ovunque. E poi i colori, le voci e la ritualità. Sensazioni che appartengono ancora ai mercati storici di Palermo, ultimo baluardo del commercio face to face della catena alimentare da comprare e da vendere.
Il più noto dal punto di vista popolare è la Vucciria, raggiungibile da via Roma, da corso Vittorio Emanuele o da piazza San Domenico. Nato originariamente come mercato della carne, col tempo è diventato anche luogo di vendita di carne e pesce. Con “vucciria” si intende la confusione creata dalle grida dei venditori.
Ma tra i mercati storici, il più antico resta Ballarò, raggiungibile da via Maqueda, da Corso Tukory o da piazza Casa Professa. Qui arrivano tutte le primizie dei contadini di Palermo e dintorni. Qui è possibile trovare il tipico cibo di strada: panelle, cipolle, quarume, polpo e verdure lesse.
A fare da “cuscinetto” tra i mercati c’è Il Capo, il cui ingresso principale è a Porta Carini, vicino Palazzo di Giustizia e si estende tra le via Carini e Beati Paoli, la via di Sant’Agostino e la via Cappuccinelle. Anche qui si vendono i prodotti alimentari più disparati. In genere lo si identifica come il mercato frequentato dalla parte medio-alta della società. Numerosi i ristoranti tipici presenti lungo l’asse.
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